martedì 26 agosto 2008

Politica & Rete [2] Il blog di Gianfranco Micciché

L’ex Presidente dell’Ars, oggi Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al CIPE, Gianfranco Micciché, è tra coloro che hanno intuito - anche in Italia - l’importanza di mantenere un contatto in rete con chi intenda confrontarsi, in un rapporto aperto al dialogo, con le sue idee. Non so quando abbia iniziato, ma, dal suo blog, i post partono dal giugno dello scorso anno. Linguaggio sempre chiaro e diretto, supporto video con suoi interventi sicuramente interessanti nei contenuti, schiettezza e piglio da leader, con la concretezza che appartiene al modo semplice e immediato con cui si rivolge a chi lo legge o ascolta. Idee precise, visione del futuro, convinzione nella solidità del suo pensiero, mai vago o privo di riferimenti alla realtà di cosa accade. Mi sono ritrovato per caso tra i suoi lettori, numerosi nel periodo del dopo-Cuffaro. Adesso è da parecchi mesi che la conduzione diretta del suo blog è cessata, da quando è venuta meno la sua candidatura al ruolo di Governatore della Sicilia. Sono rimasti tra le sue pagine soltanto coloro che hanno fatto parte del nucleo di blogger che hanno condiviso sin dai primi momenti la sua iniziativa, anche se, a vederne i singoli blog, soltanto in tre sono blogger, mentre gli altri sono figure dello stesso tipo, rispettabilissimo, che si incontra nelle segreterie dei partiti: persone che si avvicinano alla politica, identificandosi in un leader e condividendone le idee, non blogger per proprio conto che si ritrovano nel pensiero di un leader. Si sono persi i lettori. Non ci sono più i post del Presidente Micciché, si discute su argomenti di interesse comune a chi posta i commenti, che spesso non coincidono con quanto pubblicato nella rubrica di è-news, creata come spunto di dialogo in assenza degli interventi diretti dell’autore del blog stesso. Cosa è accaduto? 




Forse un po’ di quel che è stato per la Brambilla e i suoi circoli, con le differenze che ci sono e che sono nella sostanza del tipo di impostazione del dialogo tra i due leader e coloro che ne hanno seguito almeno una parte del percorso. Il piglio col quale Micciché ha condotto il suo blog aperto è cresciuto notevolmente nel periodo che ha preceduto e seguito la fine del mandato di Totò Cuffaro e poi si è spento, subito dopo che la scelta per la candidatura alla Presidenza del governo regionale è caduta su Raffaele Lombardo. Sono stati commessi errori, si è perso il filo del discorso, si è perso il rapporto con i lettori. Quando, invece, in un blog il rapporto che conta, come negli altri mezzi di comunicazione, è proprio quello con i lettori. Così avviene per il blog di Antonio Di Pietro, così per quello di Grillo. Sono blog di persone delle quali non condivido le idee; ma sono blog in cui il rapporto non è impostato su altri blogger, ma su una linea di pensiero che dialoga e si confronta con i lettori.
Nel primo post che troviamo, scorrendo a ritroso le pagine del blog di Gianfranco Micciché, leggiamo: “Ho la netta sensazione che i lettori di questo blog abbiano provato prima un senso di forte incredulità (”il presidente dell’ARS risponde sul suo blog?”) seguito subito dopo da profonda diffidenza (”Non può essere lui, chissà chi gliele scrive le risposte”). Se ciò corrisponde al vero, ammetto di essere contento. Non perché quello fosse il mio scopo iniziando questa avventura che mi vede coinvolto emotivamente prima che politicamente, ma perché riconosco come quella reazione possa rappresentare un buon inizio. Mi dicono che la prassi, in quei casi, pochi in Italia per la verità, in cui un politico comincia a scrivere un blog, sia quella di abbandonarlo subito dopo aver raggiunto lo scopo o quando la campagna elettorale è chiusa. Non è questo il mio caso: non ho iniziato in campagna elettorale e non ho alcuno scopo immediato, se non quello di sperimentare un nuovo mezzo di comunicazione che può avvicinare il cittadino alle istituzioni e le istituzioni al cittadino. Abbiamo scommesso su un evento, il 60° anniversario dell’ARS, per inaugurare uno spazio virtuale di dibattito, aperto e franco, che contiamo di mantenere in vita e rafforzare nei prossimi giorni e mesi. Io continuerò a scrivere su questo blog di politica e non solo: conto di parlare anche di me, delle mie passioni e dei miei interessi, del mio quotidiano. E risponderò a quanti vorranno essere parte di questo dialogo. Presto a questo spazio si affiancheranno altri strumenti di interazione tra voi e me, avendo come scopo principale quello di informare, ma puntando anche a qualcosa di più: riportare la politica al suo significato originale di discussione e dibattito che precede le scelte e le guida. Con il vostro contributo, Gianfranco Miccichè.”

Questo testo è l’inizio di una linea vincente di diffusione del blog che aveva portato il blog stesso alla ribalta dei media e della rete. Poi sono iniziate le contraddizioni, i ripensamenti, i dubbi di una persona intelligente, che però aveva commesso l’errore di spingersi troppo oltre con le parole. L’invito ai lettori-blogger di candidarsi, l’aver affermato di volere creare una lista propria alle regionali, poi alle amministrative, non dando un seguito alle intenzioni senza spiegarne a chiare lettere il perché, ha coinvolto, in mezzo a coloro che avevano il sano entusiasmo di chi condivide un progetto politico - tuttora ben delineato nella mente di Micciché e che, nella sostanza, non ha mai subito tentennamenti ma semmai costrizioni dovute a fattori contingenti legati al momento politico attuale -, persone di scarso spessore che avevano creduto, o forse ancora credono, di potersi ritagliare una spazio all’interno di una lista che non si è potuta fare perché si è rivelata non vera, nella concretezza dei curricula che erano stati inviati per le adesioni, la frase scritta da Micciché nel suo blog, in cui sosteneva che molti tra loro avrebbero potuto essere migliori di tanti altri politici di professione, talvolta mediocri. Ma ad allontanare i lettori non è stato questo, non essenzialmente. Il lettore non è una persona che ha un interesse specifico da portare avanti, non è un candidato, ma è un elettore perché, in quanto cittadino, partecipa al voto. Il non aver svolto questa semplice considerazione è stato l’errore fondamentale. Se andiamo a rileggere i post di quei giorni, è un continuo porsi in contraddizione con quanto scritto il giorno prima e il giorno prima ancora e poi ancora; e con quel che si è scritto o, meglio, non scritto dopo:
La lista blog non avrebbe dovuto essere proposta. Io ho partecipato alla riunione a porte chiuse del 3 marzo in via Mariano Stabile, a Palermo, tra Micciché e i suoi blogger. Ci sono andato da lettore, dopo aver mandato il mio curriculum. C’erano soltanto due veri blogger, perché uno dei tre era assente per impegni di lavoro. Gli altri erano o aspiranti politici o appartenenti a segreterie politiche o semplicemente persone coinvolte dalle parole di quei giorni, un po' come nel mio caso. Si è capito da subito che mancavano i presupposti per mettere in piedi una lista, ma dissi, in quella riunione, nonostante fossi boicottato da volti che ho poi ritrovato nei filmati stessi del blog di Micciché, che non farla avrebbe interrotto la fiducia tra i lettori e Micciché, visto che era stata presentata con così tanta passione e determinazione… il motivo per cui si è capito che non si poteva fare è stato lo stesso fatto che mancavano le persone che potessero essere indicate in quella lista: o perché arriviste, o perché aspiranti a qualcosa che non apparteneva alla loro possibilità di esprimere una posizione di pensiero, o perché inadatte a rappresentare un ruolo. Bastava dirlo, scrivendolo da subito sul blog, con la stessa schiettezza che era stata uno dei motivi del suo successo e continuare senza interruzioni il dialogo con i lettori-elettori. E, invece, si è taciuto e si è mantenuta la presenza nei commenti degli pseudo blogger e di quei pochi blogger veri, che non sono altro che un numero ristretto di persone, come adesso anche me che da quella esperienza ho aperto questo blog, che continuano a credere nel pensiero di una persona che non hanno smesso di considerare un leader. Soltanto che alcuni tra loro fanno parte di chi spera in un ruolo. Mentre io, in quella riunione, parlavo di spersonalizzazione dei ruoli e di un progetto. Come nell'idea proposta dal Presidente di una politica 2.0, priva, per il suo stesso voler essere alternativa, dei limiti di conduzione legati al vecchio modo di intendere la politica e il rapporto tra rappresentante ed elettore. Al quale, nei fatti e nel loro porsi, continuano a fare riferimento molti tra coloro, che, a parole, sostenevano, già nel corso della riunione voluta da Micciché, di aderire al 2.0.

Quando ho provato a discuterne nel blog di Micciché, ancora adesso, a distanza di mesi, sono stato attaccato per il mio stesso ricordare ad alcuni, e ad alcune, il loro essere lì ad aspettare chissà cosa. E il mio aver scritto che molti non hanno capito niente di quel 3 marzo, viene ancor oggi considerato un insulto. Invece è che, da allora, mancano dal blog i lettori-elettori. E sono rimasti i blogger senza un vero blog, forse perché non saprebbero cosa scriverci, e alcuni blogger veri, con le idee e gli attributi mentali per portarle avanti, come Beppe Vicari e Michele Pivetti [avvocato, che presiede, comunque, un "Circolo del buon governo" a Palermo e, quindi, è già in politica]… e Walter Giannò.
Mentre altri, come Antonio Di Pietro, hanno visto crescere il loro peso politico dalla coerenza con i lettori, un leader autentico con il carisma di Gianfranco Micciché sembra averlo perduto nel non aver saputo privilegiare l’importanza della sua immagine davanti ai lettori, mancando della cosa fondamentale che fa parte del filo che si crea con gli stessi, la coerenza e l’immediatezza di linguaggio che avevano decretato, per le stesse considerazioni e ragioni, il successo del suo blog e avrebbero contribuito a determinare le condizioni per il suo successo elettorale, nel caso la scelta del centrodestra fosse ricaduta su di lui. Questo è quel che non si è compreso e che anche chi, come lo stesso Micciché, ha compreso non ha avuto cura che arrivasse ai lettori-elettori: che Micciché la lista non ha potuto farla, perché, nonostante l’entusiamo, mancavano le persone… e che mancassero è provato dal fatto che soltanto per aver espresso il mio pensiero in modo coerente e determinato, quel giorno, in riunione, in molti hanno creduto che appartenessi al gran numero di coloro che erano lì soltanto per sgomitare. Ecco, adesso sono rimasti soltanto quelli. O quasi.


[fine seconda parte]

4 commenti:

Tonnosalmonato ha detto...

Caro amico le ferie ti hanno "ristorato" di certo. Domani leggero per benino, ero solo passato per vedere se c'erano novità. E' ci sono!!!.
Ciao Beppe

Anonimo ha detto...

Ciao Alfio, mi permetto di esternare la mia opinione, leggendo il tuo post: ma non sarebbe il caso di voltar pagina e non pensarci più? Sul blog di Miccichè sono rimasti 4 gatti ad accapigliarsi, mentre il padrone di casa è in tutt'altre faccende affaccendato. Per quel che mi riguarda quel famoso giorno lo ricordo solo come una perdita di tempo, ci ho messo una pietra sopra da tanto tempo. La lista blog era un'altra trovata pubblicitaria, un'operazione di marketing, che quando ha smesso di "funzionare" è stata accantonata. Mi chiedo come mai tante persone intelligenti stiano ancora versando inchistro (virtuale) su questa faccenda.
Ti lascio un saluto, sono in partenza per le vacanze.
Mirella

FRITTITTA FRANCESCO ha detto...

ciao alfio avrai saputo della chiusura del blog di micciche'.ti invito a visitare micciche'-blogpuntostop.blogspot.com
ciao e fatti sentire

Anonimo ha detto...

Ciao Alfio, ti consiglio di leggere il mio ultimo post sul blog di Micciché (pubblicato ieri) ed ho deciso di linkare questo post come approfondimento. Saluti e grazie per la citazione.

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