venerdì 27 marzo 2009

Berlusconi al Congresso




Si alza, dopo aver ringraziato con cenni di assenso e consenso del viso, Gianfranco Fini, quasi imbarazzato, alle parole del Premier, riconoscimento al ruolo svolto nel contributo alla creazione della casa comune dei liberali e moderati che si riconoscono nel nuovo partito che nasce oggi ufficialmente qui a Roma; e che trae le sue origini dalle intuizioni di sempre. A partire dall'azione di Pinuccio Tatarella [lunga pausa di plauso e commozione quando il Presidente del Consiglio ne ricorda la memoria], dalla provocazione di Berlusconi quando ebbe ad indicare la persona del Presidente della Camera come Sindaco della Capitale - ed allora era ancora e "soltanto" MSI: c'era la vocazione del Paese al maggioritario già in quelle parole, aggiunge a sottolineare quel momento della storia della nostra politica, Berlusconi. Come anche nel saper guardare a destra di Craxi - e Stefania, seduta tra i delegati, sorride di una cara emozione. Una scelta libera, nel discorso alla Fiera di Roma, quella del Popolo delle Libertà. Sovranità al popolo, diritto inalienabile alla proprietà e alla determinazione di ognuno ad essere protagonista di se stesso nella costruzione del proprio futuro. Lo Stato visto come al servizio dei cittadini, non viceversa, perché lo Stato che concede i diritti, dice Berlusconi, può anche toglierli a suo discernimento, quando crede, in violazione dei principi di libertà. 




La diversità con l'opposizione vive anche di questo rovesciamento del modo di concepire lo Stato, nella differenza che consiste nella filosofia della libertà: non quindi il cittadino al servizio di uno Stato comunitario e centralista, padrone della vita degli individui, che la pianifica a discrezione di una oligarchia al governo... Concezione pericolosa, fa rilevare Berlusconi, che offre spazi a interpretazioni lesive dell'autodeterminazione delle persone. Sono schematiche ed efficaci, anche stavolta, le parole del fondadore di Forza Italia, ora leader di questa nuova formazione politica. Parte andando indietro nel tempo, all'essenza del pensiero di Don Sturzo, con riferimento alla collocazione nel Partito Popolare Europeo della neonata formazione politica, il Presidente; ricorda la lungimiranza con la quale seppe farlo proprio e portarlo avanti Alcide De Gasperi. La libertà come valore fondamentale, del quale come per altri aspetti vitali della nostra esistenza, ci ricordiamo quando viene a mancare, come accade ancora nel mondo moderno, con i lager dei nostri giorni, un po' ovunque, nei Paesi in cui continuano ad esistere i regimi totalitari.
Ripercorre le tappe dalla fondazione di Forza Italia e dalla scelta di Fini, nel gennaio successivo, di Alleanza Nazionale. E' una parola sbagliata quella dello "sdoganamento", precisa Berlusconi, con riferimento all'opposizione che parla di qualcosa che, secondo le parole del Premier, non si può applicare alle idee, che hanno un motore proprio e che dà loro valore. Avevano un lungo percorso da compiere, sostiene Berlusconi, lui, Bossi, Fini. Chiude chiamando sul palco i leader dei partiti che confluiscono da oggi, per libera scelta, nel PDL. Dal ruolo di argine per la democrazia in Italia, anche contro certe espressioni di intolleranza e le strumentalizzazioni della politica, con i limiti di una informazione a volte protagonista distorta dell'andamento della vita politica del nostro Paese. Nella tolleranza verso tutti, anche verso i propri avversari, tipica della libertà che appartiene all'idea stessa di fondazione del partito, Berlusconi quasi auspica un ruolo di contribuzione a una sana crescita del Paese a una sinistra reale che non esiste, dopo che anche il tentativo di Veltroni e Rutelli di mettere in piedi il PD è stata l'ennesima prova di voler mascherare il vuoto di idee con il cambiamento di nome e di simbolo, come ha ampiamento mostrato la disaffezione del Paese alle recenti tornate elettorali, che hanno visto ridursi i consensi dell'area PD fino a indurre lo stesso Veltroni alle dimissioni.
C'è anche una nota di ringraziamento al ruolo e alla saggezza di Benedetto XVI, prima di chiudere. E il ricordare il riconoscimento di nucleo fondante della nostra società per la famiglia, a metà del discorso, proprio nel mezzo del rilievo con cui ha voluto ricordare quanto importante in una democrazia sia lo spazio alla tolleranza. Un grazie del Presidente, come in tante altre occasioni accade tra le sue parole, agli americani, per il loro intervento che ha reso l'Europa libera dal nazismo e dal comunismo. Domani i lavori riprendono al mattino, dalle 9,30.

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