mercoledì 18 giugno 2008

"L'uomo dell'Altopiano", "Il sergente nella neve"...


Mario Rigoni Stern è morto lunedì sera a seguito di un male che lo affliggeva da tempo, un tumore al cervello; i suoi funerali, in forma privata per sua espressa volontà, sono stati celebrati nel pomeriggio di martedì nella piccola chiesa del cimitero del suo paese natale, Asiago, nel quale si era rifugiato fin dal suo rientro dalla prigionia nei lager di Lituania, Slesia e Stiria, il 5 maggio del 1945. Uno “scrittore non di vocazione” lo aveva definito Elio Vittorini, che fu il primo a pubblicare, per la poi fortunata collana dei “Gettoni” di Einaudi, un suo libro, “Il sergente nella neve”, nel quale racconta la sua esperienza della ritirata di Russia, tra la fine del ‘42 e l’inizio del ’43, divenuto subito uno dei capolavori della letteratura italiana moderna e scritto proprio a partire dalla sua prigionia in un lager tedesco in Masuria. Nel corso della sua produzione, in quasi cinquant’anni, ha smentito però quel che era stato detto di lui da Vittorini, divenendo uno scrittore in cui memoria e natura si ritrovano, a volte intrecciandosi. Come accadde a Primo Levi, suo amico, Rigoni Stern scontò la diffidenza legata a una prosa in cui a raccontare era l’autore e gli altri che avevano condiviso il suo percorso di vita negli accadimenti dei quali si faceva voce. 




Nei suoi libri questo diventa non una cronaca ma analisi essenziale, con sempre presente il tema del rapporto tra uomo e natura, del valore dell’amicizia e del rigore morale. Una scrittura, anche nei suoi racconti e appunti di viaggio, frutto della sua collaborazione con il quotidiano “La Stampa” di Torino, che trasmette qualcosa che parte dall’osservazione e racconta da dentro, per quel che il suo sguardo attento ha saputo dire delle cose viste che diventano espressione di un modo di guardare partendo dall’anima, quasi a non voler scrivere d’altro che non fosse una narrazione di un'esperienza vissuta. Se ne va con lui un pezzo della nostra letteratura, una prosa che non nasce da una ricerca formale, una figura autorevole e credibile che ha saputo rappresentare un pensiero libero e sempre originale, anche nel giudizio che è riuscito a dare di questo periodo della nostra epoca...

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