lunedì 6 luglio 2009

...le idee hanno i numeri



Ieri rileggevo nella mente un mio post di metà del dicembre scorso... Una considerazione semplice, ma a volte dimenticata nelle analisi delle cose che accadono in politica... "Non è importante quanto un'idea riesca ad avere diffusione nel pensiero comune, nella sua immediatezza. Ma quanto riesca ad incidere, realmente, nel tempo, a prescindere da quanto ne occorra perché sia condivisa ed accettata. Un'idea è già forte, e ci si crede quanto più è nella coscienza di chi prova a sostenerne il valore, nel momento stesso in cui nasce nel pensiero di chi la propone".



Tra coloro che continuano a tenere in considerazione i "pacchetti" di voti di ciascuna delle forze politiche in campo in una naturale competizione sul territorio e quelli che, invece, ritengono che siano le loro idee a trovare i riscontri numerici perché siano poi realizzabili, la strada è indirizzata, sempre di più, verso il prevalere di questi ultimi. L'elettore è, prima di tutto, una persona, uomo o donna che sia, con un suo mondo, fatto delle realtà del suo vivere, concreto nelle necessità quotidiane dalle quali sorgono le istanze che richiede il doverle affrontare. La politica dello scambio, dei favori, quella che viene definita impropriamente - con un termine riduttivo delle capacità d'interpretare e che non tiene conto del ricambio delle generazioni e del tempo - come quella che si rivolge al pragmatismo o "pancia" degli elettori, ha sempre meno futuro. La comunicazione indirizzata, quella che omette alcune cose importanti e rileva altre di poco conto facendone degli elementi di risonanza, continua a non rendersi conto del cambiamento epocale, degli scenari che si aprono - nonostante gli sforzi notevoli di molti - verso il nuovo e in risposta a quel che non ha più senso ignorare delle espressioni di sé che riesce a trasmettere la società civile. Il percorso per governare il flusso di effettivi interessi legati al bisogno di sviluppo competitivo di una società diversa per composizione da quella che ha accompagnato la rinascita del dopoguerra e gli anni a seguire, anche dopo la fine apparente della prima repubblica, non è più dato dalla somma delle adesioni di singole rappresentanze della vita politica, specie se legate a una ormai inevitabilmente in decomposizione concezione non meritocratica dell'indirizzo della distribuzione delle opportunità e delle risorse, ma assistenzialista del reperimento dei consensi. Le rivoluzioni, ho scritto altre volte, si compiono dal vero, da una strategia che sappia rendere propria la visione complessiva di quel che avviene nei mutamenti e nelle richieste indicate dalla vita di tutti e di tutti i giorni. La strada. E' quella di parlare alla comprensione e all'intelligenza, mai sopita, anche se a volte ci hanno lasciato credere che fosse il contrario. Sempre pronta a partecipare - o soltanto a risvegliarsi - nella considerazione che ci sia qualcuno che abbia voglia di farsene carico per il benessere di un insieme spesso trascurato ma da sempre attento e presente.
Un leader sa queste cose. Qualsiasi proponimento per il futuro deve, proprio come in una via obbligata dalle trasformazioni, intendere l'importanza di questi valori, sentiti e inespressi. Sulle idee - prima o poi, come la storia ci ricorda che avviene da sempre - convergono i numeri per la loro realizzazione pratica. Ho riletto anche le mie considerazioni dopo le elezioni del giugno dello scorso anno per il Comune e la Provincia di Catania... ho riletto altre pagine... scrivevo che avessero, dal loro ambito locale, una valenza di respiro generale se rapportate alla vita del nostro Paese... i fatti, a volte, parlano più dei numeri e delle parole e quel voto seppe dire molto, anche se ignorato da chi non ne aveva interesse o non messo in rilievo da chi ne ha compreso la forza esplosiva che raccontava del suo racchiudere il nucleo di una parte - quella numericamente più forte nella vita reale del Paese - dell'elettorato. Restando alla Storia, tutte le svolte - quelle che hanno saputo incidere nei cambiamenti - sono partite da un'idea, mai dal computo di cosa in termini di condivisioni avrebbe saputo raccogliere. Perché è attorno a un'idea di valore che si aggregano i numeri e, a raccontarlo, è il pragmatismo dei fatti. Invero, basta pensarci, non è mai accaduto il contrario.
Alfio Maria Fiamingo

1 commento:

P. ha detto...

brava sono daccordo con te; sei una persona che ha il coraggio delle proprie idee. sarò tuo lettore mi paice davvero tanto come ti esprimi
a presto ^^

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