Postato da Mirella Puccio, sul suo blog, il 02 aprile alle 14.20
Oggi 2 aprile 2008 la Città di Erice istituisce il giorno del ricordo in memoria di Barbara Rizzo e dei due figli gemelli Giuseppe e Salvatore Asta di sei anni.
Per chi non ricordasse un avvenimento così lontano, il 2 aprile del 1985, un'autobomba, posizionata sul ciglio della strada che da Pizzolungo conduce a Trapani, era pronta per uccidere il sostituto procuratore Carlo Palermo. Nell'attentato persero la vita Barbara Rizzo e i suoi due figli.
Carlo Palermo aveva infastidito la mafia con le sue indagini; la sua attività di sostituto procuratore era iniziata a Trento nel 1975 fino al 1984; trasferito a Trapani nel 1985, continuò a dar fastidio a qualche "pezzo grosso" e ciò culminò in una vendetta. L'autobomba a lui destinata colpì casualmente un'altra auto. Al suo interno una mamma, Barbara Rizzo, intenta ad accompagnare due dei suoi tre figli a scuola.
Il magistrato restò ferito, poiché al momento dell'esplosione la sua auto stava superando quella su cui si trovavano Barbara e i suoi bambini, che fecero da scudo e morirono, investiti in pieno dall'esplosione.
Riporto di seguito uno stralcio dell' intervista rilasciata dal magistrato a Rai Educational nel 1997: “...Ci sono certi episodi nella propria vita che hanno e che lasciano tracce indelebili. Per me l'episodio di Pizzo Lungo, avvenuto il 2 aprile del 1985, è un fatto che è presente dentro di me e le immagini di quel fatto rimarranno sempre nella mia vita e continuano ad accompagnarmi quotidianamente. Pensi che, ecco, in quel giorno ebbi la fortuna di sopravvivere a un'esplosione che era destinata a far saltare la mia vettura, ma che invece fece saltare un'altra auto, che si trovava in mezzo tra l'auto contenente l'esplosivo e quella mia blindata. Fu una casualità incredibile, irripetibile, se pensa che in una frazione di milionesimo di secondo, cioè quello nel quale venne pigiato il pulsante, le tre auto si trovavano perfettamente allineate. Di fatto l'auto di mezzo, quella che conteneva una mamma e due bambini, rimase completamente polverizzata. I corpi furono tutti dilaniati. Io di quell'episodio conservo questa penna, che in quell'occasione si trovava nella mia tasca e che rimase completamente frantumata. Poi la feci, così, ricomporre con pezzi, per avere un ricordo di quell'episodio. Ricordare quei fatti è troppo difficile e anche lungo, comunque si tratta di immagini che non possono essere cancellate più, perché, quotidianamente, ogni qual volta vedo l'immagine di una macchina sulla destra, ferma e vuota, è come se apparisse l'esplosione. Questi sono purtroppo ricordi non dimenticabili..” Carlo Palermo fu profondamente scosso da quella tragedia. Se il piano fosse andato a buon fine, sarebbe stato il secondo magistrato assassinato a Trapani in due anni: il 26 gennaio 1983 era stato ucciso a colpi di mitragliatrice Ciaccio Montalto, che indagava sulle potenti cosche dell'eroina. Poco tempo dopo l'attentato, Carlo Palermo lasciò la magistratura e la Sicilia. Margherita Asta, la bimba che quel mattino del 2 aprile 1985 non andò a scuola accompagnata come al solito da sua madre, vi si recò insieme ad una vicina di casa, transitando sul luogo dell'attentato un quarto d'ora prima dell'esplosione. Si salvò per una coincidenza, o per un miracolo, come preferite. Lei ricorda tutto di quel giorno, nonostante siano trascorsi 23 anni. Far sì che non si dimentichi fa parte del suo impegno quotidiano, da quando con l'associazione Libera cerca di promuovere, specie tra gli studenti, la cultura della legalità e dell'antimafia. Per questo oggi ho voluto raccontarvi questa triste storia, PER NON DIMENTICARE. Vi segnalo un'interessante intervista concessa da Margherita nel 2005 . Ciao Margherita, ricorda che non sei sola.
Riporto di seguito uno stralcio dell' intervista rilasciata dal magistrato a Rai Educational nel 1997: “...Ci sono certi episodi nella propria vita che hanno e che lasciano tracce indelebili. Per me l'episodio di Pizzo Lungo, avvenuto il 2 aprile del 1985, è un fatto che è presente dentro di me e le immagini di quel fatto rimarranno sempre nella mia vita e continuano ad accompagnarmi quotidianamente. Pensi che, ecco, in quel giorno ebbi la fortuna di sopravvivere a un'esplosione che era destinata a far saltare la mia vettura, ma che invece fece saltare un'altra auto, che si trovava in mezzo tra l'auto contenente l'esplosivo e quella mia blindata. Fu una casualità incredibile, irripetibile, se pensa che in una frazione di milionesimo di secondo, cioè quello nel quale venne pigiato il pulsante, le tre auto si trovavano perfettamente allineate. Di fatto l'auto di mezzo, quella che conteneva una mamma e due bambini, rimase completamente polverizzata. I corpi furono tutti dilaniati. Io di quell'episodio conservo questa penna, che in quell'occasione si trovava nella mia tasca e che rimase completamente frantumata. Poi la feci, così, ricomporre con pezzi, per avere un ricordo di quell'episodio. Ricordare quei fatti è troppo difficile e anche lungo, comunque si tratta di immagini che non possono essere cancellate più, perché, quotidianamente, ogni qual volta vedo l'immagine di una macchina sulla destra, ferma e vuota, è come se apparisse l'esplosione. Questi sono purtroppo ricordi non dimenticabili..” Carlo Palermo fu profondamente scosso da quella tragedia. Se il piano fosse andato a buon fine, sarebbe stato il secondo magistrato assassinato a Trapani in due anni: il 26 gennaio 1983 era stato ucciso a colpi di mitragliatrice Ciaccio Montalto, che indagava sulle potenti cosche dell'eroina. Poco tempo dopo l'attentato, Carlo Palermo lasciò la magistratura e la Sicilia. Margherita Asta, la bimba che quel mattino del 2 aprile 1985 non andò a scuola accompagnata come al solito da sua madre, vi si recò insieme ad una vicina di casa, transitando sul luogo dell'attentato un quarto d'ora prima dell'esplosione. Si salvò per una coincidenza, o per un miracolo, come preferite. Lei ricorda tutto di quel giorno, nonostante siano trascorsi 23 anni. Far sì che non si dimentichi fa parte del suo impegno quotidiano, da quando con l'associazione Libera cerca di promuovere, specie tra gli studenti, la cultura della legalità e dell'antimafia. Per questo oggi ho voluto raccontarvi questa triste storia, PER NON DIMENTICARE. Vi segnalo un'interessante intervista concessa da Margherita nel 2005 . Ciao Margherita, ricorda che non sei sola.
1 commento:
Un fatto terribile che ricordavo vagamente e che ho riletto per caso su questo blog che non conoscevo. Tutta la mia solidarietà per Margherita. Un bravo all'autrice per la precisione nella stesura di questo post, molto interessanti anche i link, ottimo lavoro di ricerca, andrò a visitare anche il suo blog.
Veronica
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